La droga: un problema di…

La droga: un problema di informazione, di prevenzione o di educazione?
Cari genitori, vi propongo un brano apparentemente non semplice. Non scoraggiatevi alle prime eventuali difficoltà: vale la pena leggerlo e “meditarlo”.

“Ahimè i vizi dell’uomo contengono la prova (non foss’altro per la loro infinita espansione) del suo gusto per l’infinito: soltanto, è un infinito che sbaglia spesso strada… E’ in questa depravazione del senso dell’infinito che secondo me sta la causa di tutti gli eccessi colpevoli”. (Baudelaire, “I paradisi artificiali”)

Dobbiamo cominciare a spiegare ai ragazzi che vanno in discoteca che ”lo sballo” è solo una depravazione del senso dell’Infinito. Ovvero che, dantescamente, “ciascun confusamente un bene apprende nel qual si queti l’animo e disira”, e che non c’è niente di male nella libertà come ricerca di Infinito, “perché di giugner lui ciascun contende” *. Il problema è che, in tale ricerca, ci possono essere cose che danno una soddisfazione grande e subitanea (emozioni), ma che poi siccome non investono la totalità dell’io ma solo un pezzetto (e poi magari pretendono diventare il “tutto”), non mantengono la promessa di farti fare un passo in più verso la piena soddisfazione desiderata. E fanno decadere quel desiderio di felicità insito nell’esperienza elementare (nel cuore e nella ragione) di ogni uomo e di ogni donna, in un mero succedaneo chimico – emozionale.
La droga è la via più sicura alla riduzione del desiderio. Cioè la via alla trasformazione degli esseri umani in polli da batteria farmacologica (cioè in esseri alienati nella libertà, razionalità ed energia affettiva, così che, a seconda del padrone – idolo di riferimento, meglio lavorano, ingrassano,
ubbidiscono, consumano, si ribellano). Tant’ è che “fumato”, “impasticcato”, “bucato”, puoi star bene per un po’, essere disinibito, toccare il cielo, ma poi capisci che il tuo desiderio non ha avuto risposta, perché felicità non può esser solo una emozione del sabato sera o una parentesi dentro la vita.
Tutto ciò significa che la droga non è un problema di prevenzione, ma di educazione. Di educazione alla libertà.
Altrimenti tutta l’informazione e prevenzione di questo mondo, mancando di ragioni adeguate – cioè di attenzione e impegno a “tirar fuori” (educere = educare) i fattori costitutivi dell’esperienza umana impliciti nella libertà “che sbaglia spesso strada” come dice Baudelaire – non arrivano nemmeno a sfiorare il problema.

Giovanna Jacob, dal Settimanale “Tempi”, anno 9 n. 44, 2003
pag. 14-15 “Sotto la droga il desiderio crepa”

*Dante Alighieri, Purgatorio, canto XVII, vv.127-129


© 2003, Dr. Stefano Gorini

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